… et puis je fume

Che il sesso venda, non c’è dubbio. Altrimenti anche un’icona del lusso mondiale come Louis Vuitton non avrebbe mandato in passerella per la scorsa collezione una serie di dominatrici strappone con tanto di frustino e legacci di pelle. Non credo sia stata una scelta azzeccata anche se l’atmosfera dark e gli ascensori che trasportavano le modelle sul Runaway erano oggettivamente una gran trovata. Gran finale con una Kate Moss sempre trasgressiva a tutti i costi, degna della celebre battuta di conclusione dell’Eneide e con tanto di cellulite per la gioia di tutte le donne che l’hanno guardata e hanno visto un barlume di normalità in lei.

In Francia si fuma ovunque, ammetto che nella mia permanenza parigina anch’io per la noia di aspettare la metro viola che mi portava alla Biblioteque Nationale, ogni tanto ne spegnevo un paio. Sono sempre stato incostante in tutto, fumare compreso e tuttora, ne fumerò ogni tanto una in compagnia, a tavola o se sono completamente ubriaco.

Dato che questi mesi non ,i portano novità di sorta, ho deciso di lanciarmi nella redenzione di due amici fumatori, uno dei quali non dovrebbe manco avvicinarsi di striscio alle sigarette, così magari la buona mia buona azione mi risolleverà il karma oltre che i loro polmoni.

Dopo aver addotto una serie di motivazioni classiche quali: malattie, invecchiamento della pelle, denti macchiati, casa puzzolente come una ciminiera, dita ingiallite e compagnia bella, ho trovato il punto debole. Chi mi conosce bene sa che ho un dono naturale per scovarlo e colpire fino in fondo con tempismo eccelso.

Eravamo nel quadrilatero da Armani Collezioni in un pomeriggio di ozio post lavoro mattutino, io ed M. scendiamo al piano terra et voilà! Le vedo sullo scaffare, nere lucide e bellissime. Il mio sopracciglio s’increspa e  la bocca si distorce in un ghigno che nemmeno sul ritratto di Dorian dopo aver fatto sciogliere Basil nell’acido, si era mai visto.

Mi rivolgo con finta noncuranza al mio amico.

“Uh… ma quarda QUELLE”…. – accompagnando la frase con un indice accusatore che brillava come una lama. Vedo i suoi occhi sgranarsi, andare incontro a delle scarpe morbide come solo il panbrioche fatto dalla mia mamma. “Già… ma… sono le scarpe della mia vita!!!”

BINGO.

“Beh dovresti provarle….” – faccio io come il serpente con Eva. Mi godo la scena di lui in estasi sulla moquette grigia (ça va sans dire) e prendo subito l’iniziativa di mandare l’assistente efebico a verificarne il prezzo. “Sono meravigliose… ma devo aspettare il mese prossimo o i saldi… ho il conguaglio del gas questo mese…” – “Ma no…figurati se arrivano ai saldi… sono troooooooppo belle… poi non capisco come fai a non farcela dato che abbiamo lo stesso budget, entrambi viviamo da soli… non metti nulla da parte? Ah… vero… TU FUMI! Aspetta cosa saranno… non per farti i conti in tasca eh… 150 euro al mese buttati? E mentre lo dico vedo scorrere sul suo volto volto tutte le espressioni di sgomento del mondo, increspatura degli occhi, aggrottamento delle sopracciglia, sta anche per replicare qualcosa quando arriva implacabile il mio colpo di grazia: “Beh dai pensaci… non fumando ogni mese potresti comprarti un paio di queste… non trovi?”

Io dico che smette.

Sipario, applausi.

~ di hatterego su aprile 21, 2011.

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